aprile 24, 2024     |

 

La Storia


 

Nel 1979, un gruppo di giovani  costituiscono in Via Melogranato 5, quello che sarà in futuro il nucleo base,  della  struttura di  Protezione Civile in Pesco Sannita.
Nei primi giorni  successivi al sisma del  23 Novembre 1980, il gruppo insieme ad altri giovani locali, partì per prestare soccorso alle popolazioni dell’Irpinia e Basilicata, colpite dal terribile sisma.  
Esperienza che segnerà tutti, e lascerà nelle coscienze di ciascuno un seme ed un ideale di solidarietà,  e coscienza civica, ancora oggi fortemente presente negli operatori della struttura.  Fondamentale nella formazione e crescita è stato l’incontro  con l’ Ing. Antonio Barone, pioniere e maestro della nuova cultura della protezione Civile, in Italia, e  che diventerà la guida spirituale ed il sostegno dello stesso Nucleo, per oltre vent’ anni, senza dimenticare l’inseparabile mascotte del gruppo Vito D’ Apollonio”.
Con il passare degli anni, dalle attività di primo soccorso, nel  1984, grazie all’incontro con il compianto Luigi Iadicicco di Marcianise, il Prof. Giuseppe Luongo ed il Dott. Pietro De Paola, il nostro interesse si è spostato anche nel campo della sorveglianza  Sismica.
 


Il  nostro impeto giovanile, e la voglia di fare, hanno “ travolto “ l’allora direttore dell’Osservatorio Vesuviano prof. Giuseppe Luongo,  con il quale tutt’ora la nostra struttura collabora, e successivamente con l’ Ammistrazione , che ci ha consentito di poter realizzare due nuovi punti di osservazioni, in Buonalbergo e Faicchio, ed una quarta stazione in Pannarano, grazie all' Amministrazione Comunale .
Da quel 23 Novembre 1980, tantissimi gli interventi nelle grandi catastrofi che hanno interessato la nostra Nazione:  dal bradisisma di Pozzuoli, terremoto di Isernia a quello dell’ Umbria.  
A distanza di  oltre trent’ anni, mi è doveroso ringranziare  le  oltre  sei Amministrazioni Comunali succedutesi, che grazie alla loro disponibilità, hanno sostenuto ed incoraggiato il nostro operato, ai volontari che non sono piu’ fra noi, nonché alle forze dell’ ordine,  e non ultime le popolazioni locali.  La nostra speranza, conclude Carlos Sorrentino, e che i giovani di oggi, vengano nella nostra struttura e riscoprano il nostro operato, ma sopratutto i valori che ci hanno tenuto uniti anche nei momenti di estrema difficoltà, “lealtà, disinteresse, e fratellanza”.

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